Lev Sergeevič Termen e la sua invenzione, il theremin
Lev Sergeevič Termen e la sua invenzione, il theremin

Negli anni ’30 comparvero i primi strumenti elettrificati: piano, chitarra, organo Hammond. Ma furono gli anni ’40 a segnare definitivamente un balzo in avanti. L’avvento dei primi elaboratori elettronici e del transistor tracciarono una strada in discesa per l’innovazione nel campo della strumentazione musicale elettronica.

Gli anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale videro l’affermarsi di un genere che viene spesso accostato alla musica elettronica ma che ne possedeva in realtà solo alcuni tratti: la musica elettroacustica.

Questo genere si differenzia dall’elettronica per il semplice fatto che si sgancia dalla cultura cosiddetta “pop”, in favore della musica classica. L’elettroacustica rappresenta l’integrazione della strumentazione elettrica (specialmente oscillatori elettronici) con il genere classico. Tuttavia, dati gli ingenti costi di produzione, questo tipo di musica trovò sbocchi solo in alcuni ambiti e spesso grazie all’aiuto di enti nazionali. I più noti esponenti della musica elettroacustica si affermarono durante gli anni ’50: Stockhausen, Xenakis, Steve Reich e l’italiano Pietro Grossi.

Fu a partire dagli anni ’60, che si ebbe quella che ancora oggi è considerata la svolta decisiva, quella che avrebbe portato qualche anno dopo alla concreta nascita del genere elettronico, ovvero l’ingresso in scena dei primi sintetizzatori analogici e dei campionatori.

Due sintetizzatori Moog del 2007
Due sintetizzatori Moog del 2007

Nel 1964 si affermano il moog (il primo sintetizzatore atastiera) e il mellotron (il primo campionatore che suona pezzi di nastro preregistrato). Queste nuove invenzioni riescono a trovare spazio nella musica pop. Qui si concretizza il “battesimo” della musica elettronica. L’affermazione della società di massa tra l’altro, contribuisce alla rapida diffusione e alla semplificazione di questi strumenti, che non sono più appannaggio di una élite, ma trovano una loro dimensione nella sfera pubblica.

Tra la metà degli anni ’60 e la metà degli anni ’70 si assiste alla nascita di diversi sottogeneri tutti nell’ambito elettronico:

  • il dub giamaicano si afferma alla fine degli anni ’60 in Giamaica. In questo sottogenere vengono enfatizzati i suoni del basso e di effetti sonori come l’eco e il riverbero, il tutto attraverso i “sound system”, impianti sonori che sono concepiti proprio per esaltare i bassi.
  • il krautrock (o kosmische music) che nasce in Germania nello stesso periodo. Questa tipologia di musica si incentra su sonorità psichedeliche e sperimentali. I principali esponenti furono i Tangerine Dream, uno dei primi gruppi ad utilizzare il sequencer come unità ritmica.
  • l’ambient music, genere che si afferma con il tastierista inglese Brian Eno, il quale concepì una musica realizzata attraverso apparecchiature elettroniche che, a detta stessa del musicista, andava percepita e non ascoltata. Nella musica ambient venivano spesso utilizzati sintetizzatori a tastiera.
Un mellotron
Un mellotron
Roland TR-808 drum machine
Roland TR-808 drum machine

All’inizio degli anni ’70, l’industria elettronica vide l’introduzione di alcune novità di rilievo. Nacquero le prime unità ritmiche, come le batterie elettroniche (le drum machine), che erano in grado di riprodurre i suoni degli strumenti a percussione. Oltretutto si affermarono i primi sintetizzatori “live”, cioè in grado di essere suonati dal vivo e i sintetizzatori digitali.

Tuttavia, il meglio arrivò nella seconda metà degli anni Settanta, quando la tecnologia dei microprocessori consentì ai musicisti di cominciare ad adoperare i computer, e a produrre musica in formato MIDI (acronimo di Musical Instrument Digital Interface), che tra l’altro permisero anche di risparmiare sui costi di registrazione. Era infatti possibile collegare uno strumento elettronico al computer per registrarsi “in casa” la propria musica.