Stephen Hawking‬ è stato uno dei fisici teorici più conosciuti dell’era moderna. Non è stato solamente un fisico: era anche un matematico, un cosmologo ed un astrofisico. Alla massa era noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri, ovvero sulla cosiddetta evaporazione degli stessi attraverso la radiazione di Hawking, che prende appunto il nome dal famoso scienziato britannico. Anche le sue ricerche sulla cosmologia quantistica e sull’origine dell’universo sono molto conosciute al grande pubblico.

Stephen Hawking

I suoi contributi più importanti spaziano, oltre alla già citata radiazione di Hawking, dalla teoria cosmologica sull’inizio dell’universo, fino alla termodinamica dei buchi neri. Sono numerose, inoltre, le sue collaborazioni con altri scienziati che hanno contribuito a divulgare al grande pubblico queste tematiche così complesse, attraverso l’utilizzo di un linguaggio molto chiaro e semplice. Stephen Hawking era inoltre noto per la grande ironia e sense of humor, che sovrastavano la sua malattia debilitante: una particolare forma di sclerosi laterale amiotrofica, della quale aveva scoperto di essere affetto già nel 1963, quando aveva soli 21 anni d’età.

La teoria del multiverso

Meno noti sono invece gli studi di Stephen Hawking‬ che lo hanno portato, fino a pochi giorni prima della sua morte, a lavorare alla teoria del multiverso: una serie di studi che, probabilmente, avrebbero potuto portargli persino un premio Nobel, riconoscimento che non ha mai ricevuto in vita nonostante i grandi successi raggiunti.

La teoria del multiverso ipotizza l’esistenza di numerosi universi esistenti oltre al nostro, che non sono a noi visibili. Hawking ha indicato la strada, attraverso la formulazione di questa teoria, per poter finalmente dimostrare l’esistenza di queste altre, infinite, realtà. La teoria, era inevitabile, ha spiazzato il mondo scientifico, dividendolo come spesso accade fra scetticismo ed entusiasmo vero e proprio: la teoria del multiverso potrebbe dare una grande sferzata all’attuale cosmologia, come non avveniva da moltissimo tempo.

La teoria del multiverso è stata elaborata da Stephen Hawking‬ assieme ad un collega, il Professor Thomas Hertog dell’Università Cattolica di Lovanio, nei dintorni di Bruxelles ed il testo integrale della teoria stessa riporta le firme di entrambi gli scienziati. Hawking non è comunque nuovo a questo genere di affermazioni: già nel lontano 1983, in occasione di un’altra ricerca, il fisico aveva affermato che, se pur vero che il nostro universo abbia avuto origine durante il Big Bang, questo avrebbe potuto generare una serie infinita di ulteriori universi, la cui esistenza però rimaneva indimostrabile. Da allora il mondo scientifico dibatte su questo tema, ma il dibattito finora è rimasto senza vincitori, in quanto non si potevano effettuare rilevazioni al di fuori dell’universo nel quale ci troviamo.

Multiverso
Multiverso

L’idea di Hawking

La svolta suggerita da Hawking ed Hertog all’interno della loro teoria, è data dall’idea che il multiverso abbia lasciato una sorta di impronta sulla radiazione di fondo del nostro universo e sarebbe quindi possibile misurarla attrezzando opportunamente un mezzo spaziale. Lo spazio, per così dire, ‘vuoto’ tra le stelle e le galassie è infatti permeato di questa radiazione di fondo, che a sua volta rappresenta la prova stessa dell’esistenza del Big Bang. Eseguendo delle misurazioni, lanciando nello spazio una nave od una sonda dotata di speciali sensori, su questa radiazione di fondo, allora si potrebbero confermare l’esistenza di altri infiniti universi.

Questa teoria, dall’affascinante titolo A Smooth Exit from Eternal Inflation, cioè Un’agevole uscita dall’Inflazione eterna, parte dalle teorie a sostegno della continua espansione dell’Universo, l’inflazione eterna appunto, che accelera sempre di più e potrebbe generare, alla fine, ulteriori universi. Secondo lo studio, quindi, la realtà sarebbe costituita da infinite bolle, rappresentati ciascuna un proprio universo, con caratteristiche e regole anche del tutto diverse da quelle che conosciamo.